Copyright © 29/10/40 Danilo D'Antonio - Alcuni diritti concessi - original
Quella del complotto è una chiave di lettura che in tempi come questi si presta bene a chiarire molti aspetti del vivere collettivo. Ad un certo punto, ad opera di gruppi ristretti od intere categorie, avviene che si segua una linea di comportamento per interessi propri, senza badare al fatto che tali direttive ledano sempre più gli interessi della collettività. Mosso da intenso desiderio di giustizia e libertà, nonché d'evoluzione umana e sociale, mi premuro segnalare il complotto di più vasta portata (globale) e di più lunga durata (dai tempi della dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America). Sotto gli occhi di interi popoli, i burocrati, i carrieristi pubblici, gli assunti a vita nei pubblici impieghi delle varie repubbliche del mondo l'hanno fatta franca fino ad oggi.
Vi prego, permettetemi la seguente sintesi locale:
1) L'antica monarchia italiana (intesa come accentramento di potere nelle mani di una inamovibile Elite, avente potere sovrano su popolazione e territorio) è stata da lungo tempo sostituita da una organizzazione politica d'ispirazione democratica e repubblicana, pure dichiaratamente tesa verso l'ulteriore sviluppo ed applicazione di queste due concezioni. Tanto che la parola Stato è per certi versi fuori luogo in riferimento al nostro Paese. Essa presuppone il governo e l'amministrazione di una STATICA ELITE AUTORITARIA. Al contrario i termini Democrazia e Repubblica qualificano un Paese in cui la sovranità appartiene al popolo, quindi necessariamente dotato di una dinamica gestione collettiva del complessivo Bene Comune. Monarchia e Repubblica sono di fatto concetti ed ideali socio/politici agli antipodi.
2) Pur sopraggiunte Democrazia e Repubblica, pur essendo stato superato il vecchio Stato monarchico, di proprietà del re e della sua corte, sono però rimasti gli statali, i burocrati, i carrieristi pubblici, gli assunti a vita: inamovibili tiranni accaparratori di un sacro bene comune, di publici incarichi che dovrebbero essere periodicamente restituiti al popolo per essere condivisi: PARTECIPATI a TEMPO DETERMINATO.
A fin di chiarezza, concedetemi di ampliare un momento la visione. Nell'antichità, quando non vi era alcuna sviluppata organizzazione pubblica, i due concetti di Democrazia e Repubblica potevano pure limitarsi ad indicare un mero tipo e forma di governo, le cui cariche venivano periodicamente restituite al popolo per eliminare sul nascere il formarsi di qualsiasi Elite. Con il sorgere dell'imponente Funzione Pubblica moderna, i concetti di Democrazia e Repubblica non avrebbero più, però, dovuto prescindere dalla periodica restituzione al popolo dei ruoli del pubblico impiego (i quali sono una PROPRIETÀ COLLETTIVA, una parte importante della RES PUBLICA, un sacro bene comune, una enorme risorsa da partecipare), attuando quindi una loro redistribuzione tra tutti quei cittadini che fossero dotati dei requisiti necessari e desiderosi di ricoprirli.
Senonché gli unici ufficialmente autorizzati a, perché con titoli, poteri e risorse tali da, far avanzare la società innanzitutto culturalmente (sarebbe a dire la dottorale compagine di ricerca umanista universitaria: filosofica, giuridica, politica, sociologica, storica, etc.) s'è evidentemente ben guardata dallo sviluppare ed applicare queste idee. Innumerevoli "baroni", come sono comunemente definiti per il carattere corrotto e feudale che ancora oggi palesemente contraddistingue il loro ambiente, essendo essi per primi dei CARRIERISTI, hanno evitato anche soltanto di avvicinarsi ai due concetti in grado di dissolvere ogni Elite, badando invece a mantenere in ogni circostanza un fuorviante, generico, vago uso della parola Stato e nella più completa confusione i due concetti DEMOCRAZIA e REPUBBLICA. Solo mantenendo il Paese in una situazione di parziale realizzazione democratica e repubblicana essi sarebbero riusciti a conservare il "loro" posto fisso con gli indebiti privilegi connessi.
E così hanno puntualmente fatto.
Avete capito, gentilissimi Lettori, che bestia di complotto c'è rimasta nascosta fino ad ora?!
Son oggi dunque qui gioiosamente a presentare questa strategia: chiarendo finalmente cosa sia una REPUBBLICA DEMOCRATICA, anzi per essere chiari e precisi: capendo che DEMOCRAZIA CONSISTE NELLA CONDIVISIONE DELLA RES PUBLICA, si potrà finalmente entrare in un periodo più evoluto della nostra storia. Come già avviene per gli incarichi di governo, anche quelli della Funzione Pubblica (quindi niente popò di meno che il POTERE ESECUTIVO e GIUDIZIARIO!) devono essere rimessi al popolo dopo un certo periodo di tempo. Come un Presidente del Consiglio è tenuto a restituire al popolo la sua carica dopo un certo tempo, allo stesso modo un pubblico dipendente, quale che sia il suo rango, deve essere tenuto a restituire al popolo la sua mansione e tornarsene a casa propria senza manco fiatere. Proprio come già fanno i Deputati. Solo una regolare redistribuzione, tanto dei ruoli governativi quanto di quelli amministrativi, tanto dei più alti quanto dei più bassi livelli, è in grado di scongiurare la comparsa di qualsiasi casta, cricca, elite, lobby, mafia e corruzione.
Per un'Italia ed un intero mondo liberi da statali nonché da regionali, provinciali e comunali, da carrieristi pubblici in genere.
Per delle società partecipate e vissute da liberi cittadini.
Per una condivisione democratica.
Hip, hip, hip, hurrà!
Hip, hip, hip, hurrà!!
Hip, hip, hip, hurrà!!!
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